13 Luglio 1908
La signora del letto 26 questa mattina si è svegliata con un
pensiero: rimuovere quelle grandi macchie del pavimento accanto al mio letto.
"Non sta bene! Gliel'ho detto al dottor Mattei!"
E’ venuta coi fazzoletti, ripassando con l’orlo della camicia
da notte sporca, ma le macchie non se ne vanno. E adesso attorno al mio letto
si è creato un congresso di infermieri spostatori e pulitori e parenti di
pazienti che disquisiscono ad altissimi livelli su cosa possa aver creato
quelle macchie.
Modera il dibattito la signora del letto 26. Io leggo e mi
vengono in mente le macchie di fondi a rendere rovesciati al mercato di piazza
Sant’Ambrogio.
15 Luglio 1908
La signora del letto 26 compie oggi 10 giorni nel letto 26.
Mentre facevamo la nostra passeggiatina nel
corridoio, abbiamo sentito venire dalla stanzetta delle sorelle una voce forte
e chiara che diceva: “Oggi si dimette la signora del letto 26.”
Lei, allora, stretta al mio braccio ha sussurrato "sorreggimi".
Lei, allora, stretta al mio braccio ha sussurrato "sorreggimi".
Corre a letto, s’infila sotto strati di
coperte ancora con la vestaglia addosso e si finge addormentata. "E' per
il giro dei termometri!" dice.
E’ di turno suor Muselina, come la chiama la signora del
letto 26, che è certamente poco contenta di fare il suo mestiere e quando parla
riversa tutta la sua frustrazione sui degenti.
Si chiama così perché l’altro giorno ha ripetuto a tutti la
sua tremenda arrabbiatura con il cielo. Aveva steso ad asciugare un abito di mussola
la mattina e ha piovuto tutto il giorno, lei era in servizio e non è potuta
correre a salvarlo.
Questa sera nella stanza c'è un'aria effervescente. Non sono
bastate le ingenti dosi di bromuro a far dormire i pazienti in fibrillazione:
si parla di andare a messa al primo piano dello stabile. Domattina col te
arriverà anche il curato, ma solo per me.
Intanto, la signora del letto 26 è sfebbrata da quasi ventiquattro
ore.
Avvicinandosi con la scusa di controllare che la vestaglia
blu fosse appesa bene nel suo armadietto, mi ha confidato che sente sempre più
vicine le dimissioni e controllava che tutti
suoi averi fossero in ordine.
Domani mi trasferiscono in
Sassonia, vogliono che sconti la pena là.
Firenze, 16 Luglio 1908
In nome della Santissima Trinità, Padre, Figliolo
e Spirito Santo.
Col presente testamento, tutto scritto e
sottoscritto di mia mano, dispongo della mia sostanza come segue:
1. Cedo la mia rivoltella
Glisenti Modello 1872 a mia sorella Norma.
2. Dispongo che il mio
cadavere sia cremato con legna di caprera e chiuso in un’urna di granito. Le ceneri
saranno disperse sui colli di Fiesole.
Tale è la mia
ultima volontà, che passo a sottoscrivere.
Bianca Ugolini
testatrice.
***
Bianca
Ugolini, di famiglia altolocata, era la figlia ventiduenne del sindaco di
Vicchio, venne ghigliottinata per aver assassinato il suo fidanzato: ingegnere
civile tedesco che rispondeva al nome di Hans Bach.
Durante
il suo processo, la ragazza ammise di essersi recata il 13 Maggio 1908 dal giovane
somministrandogli una bevanda contenente acido cianidrico. Per assicurarsi
della morte della vittima, gli sparò alla bocca con il suo revolver. Cercò poi
di fare apparire la scena un tragico suicidio, sviando per un mese buono le
indagini della polizia.
Purtuttavia,
le autorità trovarono una lettera nella quale la fanciulla confessava il
crimine.
La
sua esecuzione avvenne in Elbe la mattina del 23 Luglio 1908, nel cortile del
Tribunale di Giustizia. Assistettero all’esecuzione circa centonovanta persone,
tutte quelle che il luogo poteva ospitare.
Bianca
era pallida, ma apparentemente calma. Indossava un abito nero, tagliato
all’altezza del collo.
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