vendredi 17 août 2012

阴 阳













Ci sono tutte queste giovani scrittrici che si chiamano Giulia N., Melissa P. Caterina Q. – e la vita lo sai - Margherita F. – chissà, che fine ha fatto quella padovana? Poi c’è il mio naso che si spella e un po’ di libri sparsi attorno.

Già dopo aver letto queste tre righe si capisce che sono state scritte da una femmina. I maschi quando scrivono ci mettono subito dentro della michia o della figa - o entrambi - e ne estrapolano una morale, una teoria o un “è così che vanno le cose”. 
E poi si sforzano di fare i bruti, gli scabri, tutti vittime della sindrome di Bukowski, o di Miller – a seconda dei casi. Guardano tutte le cose con il loro lato sinistro del cervello, pretendendo che quello sia l’unico modo e il modo giusto - e le donne iniziano a bere. 
Mi viene in mente qualcosa che avevano detto a Simenon a proposito della letteratura: continuum di osservazioni e piccoli frammenti di trama.

A un mio amico hanno rubato la macchina, a Catania, mentre era andato a trovare quella che lui credeva essere la sua fidanzata - che l’ha lasciato. Ho deciso quindi di fargli risparmiare i soldi della spedizione di un libro che gli avevo prestato e lasciargli Tokyo Blues, inferendogli - forse - in tal modo una punizione ben peggiore. Sacrificare.
Lo volevo indietro perché avevo sottolineato una frase - che aveva a che fare con il vento e la corsa, come un'altra di Rilke - e mi sembrava impudico lasciare vagare quella pagina in giro con quel segno sopra, fatto da me. Poi mi serviva da esempio per scrivere un bestseller di successo e non avevo voglia di investirci il doppio ricomprandolo ed era un regalo di mia madre. Ad ogni modo, provate a coniugare "inferire" (almeno una volta).

L’elefante appena nato a Berlino assomiglia ad Harnoncurt.

il mio album

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