
(Léger)
Leggere non dev'essere sempre "piacevole", o rischia di scadere nell'hobby.



Identità, corrispondenza, equivalenza. Identità personale e sociale, collettiva o elitaria, identità tra interno-esterno, tra sostanza e scorza, tra anima e corpo. Il nostro aspetto esteriore, la moda, può veramente rappresentare quello che siamo? O è solo un esercizio di stile? Ci abbigliamo per dimostrare, per dichiarare agli altri chi siamo o chi vorremmo essere? Per esorcizzare la paura di non essere riconosciuti? Per affermare uno status? Riveliamo veramente agli altri le nostre caratteristiche attraverso il modo in cui ci copriamo, per non dire mascheriamo? Possiamo veramente affidare questo compito a tali sovrastrutture? O piuttosto è la nostra struttura più intima che si rivela forando la superficie? I nostri armadi vorrebbero essere letti come autobiografie? Non ci si può mai fidare di chi scrive la propria storia e bisogna stare molto attenti a giocare con i travestimenti, o si rischia di perdere la propria identità. Bisogna vivere ogni storia e credere alle favole, ma senza mentire. Come dice Adolf Loos: “L'uomo moderno usa il suo vestito come una maschera. La sua identità ha una forza talmente enorme che essa non può più essere espressa dagli abiti che egli indossa. L'assenza di ornamento è una prova di forza spirituale. Il proprio spirito inventivo egli lo concentra su altre cose.” “Altre cose”, per esempio l'Architettura. Facciamo attenzione quindi a non far diventare la Baukunst Moda, l'edificato vestiario. E concentriamoci sulla qualità del progetto: nonostante tutto, anche l'idea che la città vuole dare della propria identità, per quanto non equivalente alla realtà, va progettata con estrema attenzione.