lundi 11 janvier 2010

Insomnia


Se leggerò un altra volta, nel corso della giornata - o forse di questa breve vita - che "ci vogliamo credere", mi verrà l'orticaria, mi ricoprirò di macchie rosse e pruriginose, urlerò. Sono le... sono già le 04:55?! C'è stato un momento in cui la notte mi sembrava lunga, atemporale. Ingenua, io. Questi shifts improvvisi mi fanno accorgere che ormai è solo una tana, una risacca di silenzio speciale. Un'ora nel talamo e una alla scrivania, per tutta la notte, dentro e fuori, dalla vita e dalle questioni. Battito del cuore e dei secondi, la sottoscritta e le sue due sveglie, nei cassetti: vago, non sviscerato antagonismo. Barattoli per contenere ricordi. Bisogna avere tasche per infilarci il passato. Ansie pre-post-ante-produttive. Isolanti e guaine, nel dubbio. Mani e mente che non si fermano, si aggrovigliano. Siamo solo ciò che fanno le nostre mani. Scrivere, disegnare, sporcarsi. Unghie. Ansie prestazionali sottocutanee. Agiamo per soddisfare dei requisiti? Seguo la bellissima linea di una mandibola, fin dove finirà. Non lo so. Nessuno lo sà, c'è una parte in ombra. Curve. Come salire le scale strisciando l'indice sul corrimano, trascinandolo, non perdere il contatto. Scattare istantanee.

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