mercredi 23 décembre 2009

"Ti darò il mondo e un paio di (p/g)attini"


Certi feticci posso prosperare soltanto la sera tardi, su un computer portatile e in privato e io continuo a percorrere una linea sottile tra il nulla e un dirupo... non propriamente costruttivo. Devo finirla con questo amore per le superfici lisce e gli sbalzi. Ho bisogno di uno strutturista, di un informatico e di un amico gay. Ho bisogno di qualcuno che mi fotografi e di tulipani. Alto mantenimento e vizii, difetti e prolissità. Piango dietro a una favola di Andersen e ho un'inspiegabile nostalgia del nonno cattivo. Non posso più restare in questa città, ha esaurito le possibilità... e visto che è tutto un gioco, è come se si fosse lanciato il dado e perso sotto la credenza, nell'angolo, in fondo in fondo, dove sono andata a ripescare un'arancia l'ultima volta che ero convinta di riuscire a fare il giocoliere. Accendo il caffé, doppio, nella tazza di Stockholm, caldo contro le mani. Caffé, nero, negro, come il jazz, come le macchie del fondo della tazza sulle tavole di progetto: idee, futuro ancora una volta. E tutt'intorno è il ghiaccio, lo specchio dell'intelligenza, il posto migliore del mondo, ma Kay prima o poi ci sarà portato via. Lancio le schegge di vetro, rompere gli specchi e passare sotto le scale porta sfortuna. Superstizione, triscaidecafobia. Tarocco numero 13. Destini incrociati.

1 commentaire:

  1. Well... How can I write better than this!
    Now I understand why you told me that Nowhere and Keep On are a bit fragile... You're a blue streak! :)
    Compliments, I like the way you write on this blog! :)

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